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I mq della quarantena: S.O.S. genitori e figli adolescenti.

  • Immagine del redattore: StudioAssociatoÀgape
    StudioAssociatoÀgape
  • 21 apr 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 23 apr 2020



In questi giorni particolari sono davvero tanti gli stati d’animo che si susseguono, così come le difficoltà che ci possono essere nel vedere totalmente stravolta la propria vita. Tra queste sicuramente c’è la condivisione e/o la negoziazione degli spazi domestici.


Lo spazio fisico però è inevitabilmente metafora dello spazio mentale. Tutti abbiamo bisogno di uno spazio mentale che sia privato e protetto, uno spazio in cui poter pensare, riflettere e stare con noi stessi e con gli altri che vogliamo far entrare nelle nostre “stanze”.

Cosa accade allora a tutti noi quando gli spazi fisici si restringono in modo così repentino e drastico?


Sicuramente bisognerebbe fare delle differenze, ad esempio la nostra esperienza potrebbe essere diversa a seconda dei mq in cui viviamo, del numero di stanze a disposizione, della possibilità di godere di un giardino o meno, dell’avere una stanza personale e così via…

Ma è davvero questione di mq?


In realtà spesso adduciamo ad aspetti concreti le conseguenze di dinamiche relazionali, e se questo può essere problematico in relazioni tra persone adulte proviamo ad immaginare cosa può succedere nella relazione tra genitori e figli adolescenti.


Immaginiamo…

L’adolescente potrebbe ritagliarsi un angoletto di casa pensando di poter tranquillamente fare una videochiamata con gli amici di sempre, di leggere un buon libro, o guardare una serie TV, salvo scoprire poi che quello stesso angoletto è violato dalla curiosità di qualche altro “coinquilino”. Oppure potrebbe accadere che improvvisamente qualcuno si ricordi di dover prendere qualcosa che è rimasto proprio in quella stanza. Così avrà la sensazione di vivere in una casa minuscola anche se fosse in realtà una villa!


La violazione dello spazio fisico che ha cercato di ritagliarsi, diventerà così violazione del suo stato mentale e relazionale. Di fatto non è successo nulla di drammatico, ma la sensazione è quella di essere stati violati!


Diametralmente opposta è invece la situazione in cui l’adolescente è immerso in sé stesso e sente salire una profonda tristezza perché è “intrappolato” in casa e non può vedere gli amici, altri parenti a cui è affezionato oppure, ancor più tragico, non può vedere la/il fidanzata/o!


Correrà allora a cercare altri esseri umani presenti in casa e qualora questi non fossero disponibili, sentirà aumentare a dismisura quella tristezza fino a sentirsi immensamente solo e abbandonato, anche da quelle figure che per lui/lei rappresentano la fonte di rifornimento affettivo di cui ha bisogno.


Ecco, queste sono solo alcune delle sensazioni che gli adolescenti possono provare in quarantena.


Se siete arrivati fin qui, probabilmente siete genitori alla ricerca della “soluzione” al problema. E' comprensibile!

Oppure potresti essere un adolescente altrettanto interessato alla “soluzione”. Ahimè, anche questo è comprensibile e ti propongo di leggere questo articolo insieme ai tuoi genitori!


La prima cosa che mi sento di suggerire è provare a pensare che questa anomala situazione a cui siamo esposti, provoca un turbinio di emozioni in tutti ma soprattutto negli adolescenti che in questa fase della loro vita sono già immersi in un susseguirsi di altalene emotive di cui non capiscono granché.


Sarebbe importante provare a sintonizzarsi, come se fosse una stazione radio, su quelle che possono essere le emozioni che sta vivendo l’adolescente. Lo so, si è già preoccupati per il Covid-19, probabilmente per i genitori anziani, per i problemi economici che da tutto questo scaturiscono… tuttavia l’essere genitori non va in stand-by solo perché c’è una pandemia in corso!


Una volta sintonizzati, si potrebbe provare a “prendere le misure”.

Si potrebbe cercare ad esempio di capire qual è la giusta distanza, non quella data dai decreti ministeriali, ma quella suggerita dai gesti e dagli atteggiamenti dell’adolescente. Né troppo vicino, né troppo lontano. Vi aprirà la porta se vorrà farvi entrare, vi terrà fuori se non vorrà farlo.


E poi… sarebbe importante chiedere “permesso”!

A questo punto si potrebbe pensare “ma ti pare che devo chiedere permesso in casa mia?” Si, esattamente! Nessuno ama sentirsi violato da un altro essere umano, neanche se tra loro c’è un bene immenso, neanche se è per il suo bene. L’affetto passa prima di tutto attraverso il rispetto che abbiamo dell’altro, dei suoi spazi, dei suoi tempi, del suo essere.


Infine ricordiamo che anche la quarantena, come l’adolescenza, finirà!

Forza!


Dott.ssa Carmen Dattoli

Psicologa-Psicoterapeuta in formazione ad orientamento sistemico-relazionale

Per prenotare una consulenza:

Dott.ssa Carmen Dattoli 3347410500

Dott. Vincenzo Martino 3334279607

Dott.ssa Maria Damiano 329456367


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